Blognotes 08
Blognotes 16

RISCHIO è il tema del numero più recente di Blognotes 16

Articolo presente in

Legàmi, lègami, slègami

di Virginia Di Lazzaro, Marina Stroili, Ivana Truccolo

Legami

Sembrano quasi sottilissimi fili invisibili, intrecciati di emozioni, sentimenti, pensieri, ricordi, piacevoli o no, dove scorre la linfa delle relazioni personali, familiari, lavorative, con il territorio, con la società, con l’ambiente, con la cultura, con la storia.

Che tengono connessi gli uni agli altri a volte in modo gioioso, altre accettabile, altre conflittuale, altre impossibile.

Che si lacerano improvvisamente, ma che si ricompongono anche con un sorriso ed un abbraccio. Potesse essere così sempre, anche per le guerre!

Che fanno tornare in una città o un Paese perché  ci siamo nati, che possono portare a fare una ricerca su FB per parlare finalmente con amici dell’adolescenza che vivono oltreoceano,  che inducono a discutere e magari anche a litigare con l’universo mondo, a sparare.

D’amicizia

Tengo aperta una porta per far passare la gente presente alla conferenza. Sto lì appoggiata sullo stipite. Fra i tanti, passa un uomo con la barba, occhi vividi e scuri di Nettuno un po’ imbronciato, mi chiede se ho da accendere. Il cappotto ha un lieve  sentore di naftalina, si sente appena appena. Non gli ho mai chiesto se ne fosse consapevole, ma ci guardiamo e sorridiamo. Andiamo a berci un caffè alle macchinette, magari  perché già sappiamo che proprio  in quel momento di calore umano si stanno  gettando le basi di un legame d’amicizia che durerà nel tempo.

D’amore quasi  filiale

Rebecca, compare  nella mia vita per uno scambio culturale con la Spagna. Impegnata ad offrire  ospitalità  ed accoglienza alla giovane laureata spagnola, senza sapere che sarei finita in un periodo difficile a causa di un’operazione imprevista. Senza dir molto,  alcuni giorni di assenza, quelli necessari per il ricovero. Ha compreso in silenzio, con gli occhi, con  la vicinanza, l’aiuto, la condivisione. Nei mesi di ospitalità si è creato un legame fortissimo di complicità, dialogo, sostegno reciproco.  Storia a lieto fine: sono diventata la “mamacita” spagnola di Rebecca, i suoi genitori miei amici.

Di guerra

Come in guerra, a volte occorre la ritirata o addirittura la fuga. Magari davanti all’esclusivo e quasi ossessivo interesse delle donne di famiglia, nonna, mamma e zie nei confronti del figlio o nipote maschio, prosecutore di progenie con il nome. Unica strategia salvifica di fronte ad una famiglia con  tre generazioni di donne senza figli, legate o chissà forse incatenate come una volta ai doveri del maso per proteggere la proprietà agricola. Solo che siamo nel 2023.

Lègami amore mio, bondage

Quello più comune è con la corda, ma si può fare i diversi modi, catene, corsetti, cappucci, macramè, fino ad arrivare alla completa immobilizzazione della persona,  dove le emozioni si amplificano  in relazione all’immobilizzazione, al totale abbandono all’altro/a ed ai rischi presenti.  Sembra fosse già praticato nell’antichità dai persiani, primi esperti in giochi di dominazione-sottomissione. Il bondage in ogni caso amplifica il legame tra due persone. A livello europeo si legge di Eurix, festival che attraversa coloro che amano il bondage con la corda ed altre forme di BDSM (Bondage, sottomissione, sadomasochismo). A novembre si è svolto il 21⁰ Raduno in Germania in zona berlinese.  Le date per il 2023 sono dal 17 al 22 aprile e dal 16 al 21 ottobre.

Legami con i luoghi

Uno non sceglie il luogo in cui nascere e non c’è nessun merito o demerito a essere nati in un posto piuttosto che in un altro. Ma uno sceglie di restarci o andar via, se tornare qualche volta, spesso o mai più. Il legame con la terra in cui sei nato è strano, ti può far sentire straniero in patria in certi momenti perché non condividi niente di ciò che conta con i tuoi conterranei, ma non ti è mai indifferente. Perché quel glicine che faceva da confine tra il cortile della tua scuola elementare – bellissima – e il negozio accanto che vendeva di tutto, e il pozzo artesiano da cui sgorgava acqua freschissima, ti sembra di vederli sempre anche se da molti anni non c’è più traccia né di scuola e né di glicine né di pozzo, come ci fosse stato un terremoto o una guerra. Invece si è solo costruita una fabbrica, brutta e ora pure vuota, non c’è neanche un cartello a dire che lì prima c’era una scuola in cui avevano studiato tanti ragazzi del paese. Era importante la scuola per i ragazzi dei tempi della ricostruzione dopo la guerra. Un cartello dovrebbe esserci sempre quando si demoliscono i luoghi di comunità, una pietra d’inciampo a ricordare che tanta vita è passata di lì.

Lina Sari.
Lina Sari. Tecnica mista 2014. Ispirato a una frase di Virginia Wolf, cm 40×40

Legami con la montagna

Dieci case e altrettanti tabià, cinque abitanti, un lavatoio, una funicolare, uno spazio per le tende a 1000 metri sopra il lago di Alleghe, Il Monte Civetta di fronte, un sentiero da fare ogni mattina per andare a prendere il pane, una trentina di ragazzi da far stare bene insieme, divertirsi, giocare e far fatica e un gruppetto di animatori, noi, poco più che adolescenti e uno più grande a guidarci. Abbiamo battuto tutti i sentieri di quelle montagne, percorso sentieri di guerra, cenge e ferrate con l’entusiasmo degli anni verdi che ti fa cercare le sfide e superare tutte le fatiche. Abbiamo imparato a rispettarla la montagna, a incantarci al tramonto, sudare le salite, lente ma sicure, temere le discese, ripide ma ingannevoli. Ma anche a studiare le carte, a rispettarci fra noi: nessuno doveva restare indietro, nessuno poteva fuggire in avanti con lo zaino delle provviste, un goccio d’acqua non doveva mai mancare.

Sono legami forti che si creano fra la roccia e le persone, quasi un patto indissolubile che resiste nel tempo.

Legami con la bellezza

Tu prova a vivere in un posto dove i soldi sono tutto, l’importante è andare a lavorare presto e, anzi, “a cosa serve studiare”… E non starci bene. Tu prova un giorno ad aprire un’antologia e imbatterti in una tavola, Impression, Soleil levant, Claude Monet, dice la didascalia, e non riuscire più a staccare lo sguardo da quelle pennellate di colore, quel sole che ti insegue, il riflesso sulla Senna. E un giorno vai al Museo Marmottan a Parigi e ti commuovi davanti all’originale Impression, Soleil levant e pensi che sì, valeva la pena seguire questo legame con il sole che nasce di Monet e anche studiare, fosse solo per  distinguere il bello dal brutto.

Legame con Marvina

A ogni pianto un filo elastico “steng “ si tende, mi strattona dolcemente la testa, tira la mia testa alla sua: piccola, di ciliegia, dai pomelli rossi e dagli occhi scintillanti.

Quel filo elastico, da quando sono madre, è fissato stabilmente al centro della mia testa e solo ora inizia ad allungarsi all’evenienza.
All’ inizio era corto circa 50 cm come il cordone ombelicale e non era per nulla elastico, ad oggi, dopo 5 mesi dalla sua nascita, a riposo, è sempre corto ma, se tirato, è estensibile fino ad un massimo per 200 metri, ma solo per poco tempo.
Quei 200 metri sono la distanza che di corsa si può raggiungere in massimo tre minuti. Tre minuti e non più si può sopportare un piccolo pianto del mio amore… 200 metri la distanza tra lei ed io,  che sono il suo cibo.