Colson Whitehead La ferrovia sotterranea Sur Edizioni
Da vent’anni un autore non vinceva contemporaneamente i due principali premi letterari statunitensi: “Pulitzer” e “National Book Award”.
Ci è riuscito questo autore afroamericano con un romanzo caratterizzato da uno stile robusto e vivace, ma soprattutto da un impianto narrativo davvero potente. Ferrovia sotterranea come metafora del movimento clandestino americano volto a favorire, attraverso un arduo viaggio la fuga degli schiavi neri dalle piantagioni di cotone del Sud verso l’agognata libertà del Nord. Protagonista centrale del romanzo è Cora: la troviamo bambina, capace di affrontare, armata di un’ascia, il grosso energumeno che vorrebbe appropriarsi del suo orticello, unica cosa preziosa della sua vita, dopo essere stata abbandonata dalla madre e aver perso la nonna. Successivamente la seguiamo nel coraggioso quanto terribile viaggio verso l’affrancamento e la libertà.
Un personaggio forte, intenso, affascinante che, una volta terminata la lettura del romanzo non si potrà più dimenticare.
Un personaggio che anche in questo momento, visto i recenti fatti, diventa nuovo simbolo di una lotta ancora non veramente conclusa e di un processo interno di democratizzazione che l’America a fatica tenta di portare a compimento.
Michele Cecchini Il cielo per ultimo Bollati Boringhieri
È la storia di Caco, personaggio unico e bizzarro, che ha una relazione clandestina con Ilaria nel periodo in cui la donna, senza che lui lo sappia, milita nelle Brigate Rosse.
Dalla relazione nasce Pitore, un bambino con una grave carenza nello sviluppo delle funzioni del linguaggio che costringe il padre a comunicare con lui inventandosi una lingua particolare, fatta di segni e giochi. Il tutto sullo sfondo di una originalissima Livorno, popolata da personaggi strani ma anche molto umani, soprattutto nei loro vezzi e difetti. Un libro interessante che riflette un pezzo di storia italiana attraverso una curiosa microstoria, caratterizzata da una sorta di realismo magico che, con i suoi tratti di “concreta illusorietà”, riesce a far capire più e meglio di quanto non potrebbe un realismo effettivo. Sotto un tono scanzonato, che spesso fa sorridere, c’è il suggerimento di riflessioni serie e profonde (interessanti ad esempio i precisi riferimenti alle regole di comportamento dei brigatisti). C’è molta umanità a ricordare il bisogno di saggezza e di salvaguardia di tante cose che il nostro mondo sta perdendo di vista.
Ci sono personaggi metafora (sarà molto difficile dimenticare figure come Cacio e Pitore) che sembrano volerci insegnare a seguire il motto, troppo spesso dimenticato, che ognuno di noi dovrebbe preoccuparsi di “lasciare il mondo un po’ meglio di come l’ha trovato”. In generale troviamo la narrazione scorrevole con toni originali, non gratuiti e non evanescenti. E poi un finale (naturalmente non anticipabile) forse improbabile, forse sconcertante … ma proprio per questo bello!
Un inno a guardare alla vita sempre e nonostante tutto con il sorriso.
Alberto Magri La casa del Pordenone Libreria Al Segno Ed.
Sono trascorsi trent’anni dalla scoperta degli affreschi dello Studiolo del Pordenone. Con questo volume si realizza il desiderio di mostrare per la prima volta le bellezze racchiuse nella Casa del Pordenone e di consegnare al pubblico la testimonianza dell’operato dei protagonisti che hanno contribuito alla valorizzazione di tale luogo. Il progetto di quest’opera vuole essere multidisciplinare: la prima parte si svolge come omaggio artistico dell’autore al Pordenone, la seconda raccoglie i saggi, divisi per argomento, di diversi studiosi: Giancarlo Magri, Carolle Bidinot, Giulio Cesare Testa, Roberto Castenetto, Giuordano Brunettin e Angelo Crosato. Abbiamo voluto raccogliere tutti gli scritti elaborati dal 1989 ad oggi per poter raccontare gli studi e la storia dell’edificio Sacchiense attraverso diversi punti di vista. Si tratta di testi che implicano, pur essendo di facile lettura, anche aspetti tecnici e scientifici, con il corredo di una vasta documentazione fotografica dei restauri e delle immagini del corpus pordenoniano. Tutto ciò con la speranza che si possa risolvere al più presto la vertenza in corso su parte della proprietà dell’edificio, per poter finalmente far divenire la Casa del Pordenone. uno dei punti più interessanti, se non il più interessante, del patrimonio culturale della città.