di La Redazione
Memorie è il titolo di questo numero, e tante e diverse sono le declinazioni con le quali gli articoli proposti analizzano i ricordi e i loro effetti.
Sicuramente la componente soggettiva, temporale o spaziale, incide sul valore che la memoria può assumere, ma perderla, trascurarla o cancellarla è un rischio pericoloso, perché essa è conoscenza e coscienza, specchio in cui guardarsi e misurarsi, testimonianza delle nostre e delle altrui azioni, possibilità di nuove scelte e cambiamento.
di Noemi Galleani. Foto Nuovi Vicini
Tempo fa, per un Convegno, scrivevo: la scrivania del mio studio ha un profondo cassetto dove custodisco un numero imprecisato di quaderni che racchiudono le storie dei migranti che ho incrociato in questi 18 anni. A volte, quando c’è un totale silenzio penso che, se ciò fosse possibile, “sentirei” un sordo lamento provenire dalle pagine di questi quaderni: sono le loro urla strozzate, le lacrime sommesse, il dolore narrato, ma anche quello inenarrabile.
Ora, da quando ho iniziato la mia professione di etnopsicologa...
di Maria Paludetti
Questo numero è dedicato alla memoria. Perciò abbiamo pensato potesse essere interessante parlare della memoria degli oggetti domestici, come mobili e suppellettili friulani. Caratteristiche e peculiarità degli interessi verso questo tipo di antiquariato. Come si inserisce nelle case d’oggi o nelle case restaurate o recuperate.
Cosa raccontano questi oggetti, perché vengono comprati. Cosa può implicare questo tipo di antiquariato, anche per quanto attiene l’attività di restauro...
di Roberto Bonzio
Un grande stand a forma semicircolare, in un’immensa fiera internazionale oltreoceano. In bella mostra macchine calcolatrici, fatturatrici, macchine da scrivere, impreziosite dal raffinato design made in Italy che caratterizza l’azienda. Che in una saletta riservata espone anche un’altra misteriosa macchina, davvero singolare. Si chiama P 101...
di Nella Maccarrone
Ecco papà che torna dal lavoro. Alto e snello, ha un aspetto importante nella sua uniforme. Per prima cosa estrae la pistola dalla fondina e la ripone nel luogo sicuro dove deve stare. Noi bambine sappiamo che è una cosa da non toccare mai. Sorride e i denti gli brillano sotto i baffetti. La gente dice che assomiglia a un certo Clark Gable, una star del cinema.
“Le ragazze si sono comportate bene?”. La mamma è davvero felice oggi...
di Andrea Flego
Leggere il racconto di Nella Macarrone mi ha commosso. Però di quella commozione, semplice e nascosta, inavvertita e pudica, che ti assale quando vieni dolcemente travolto dal ricordo della tua infanzia. Ed è stata una parola magica a scatenare tutto questo. La parola “spargher”, che i miei chiamavano anche “spacher”. La parola forse veniva da una tradizione austriaca e si scriveva “spacker” o “semplicemente “spaker”, ma nella mia - italianissima - infanzia di via Mascagni,Trieste, nelle case e nella scuola dei profughi istriani...
di Marina Stroili, foto per gentile concessione di Daniele Carnelutti dalla pubblicazione “Biele Glemone” del 2016
6 maggio 1976 - 6 maggio 2025: quasi dieci lustri. Forse una espressione poco adatta, luccicante, per connotare il tempo passato dalla sera del terremoto; l’anno prossimo saranno trascorsi cinquant’anni. Per chi lo ha vissuto resta memoria negli occhi, nel sentimento, nei sensi: un ricordo che a volte ri-emerge, pervaso da un leggero pulviscolo, sospeso nell’aria anche dopo molto tempo, come quando i muri si sbriciolano. Anche dentro si erano sbriciolati, e continuavano a ricomparire così all’improvviso, anche dopo anni ed anni...
di Paola Zotti, psicologa psicoterapeuta
L'autrice, che ha vissuto personalmente l’esperienza del terremoto del Friuli del 6 maggio 1976, riesce a trasmettere con grande sensibilità il peso di un trauma così devastante e il segno indelebile che esso lascia nel cuore e nella memoria di chi lo ha vissuto.
Racconta come il terremoto, così come qualsiasi altro trauma, resti impresso negli occhi, nei sentimenti e nei sensi. Sono ricordi ed emozioni forti che perdurano nel tempo e possono riemergere improvvisamente, anche dopo molti anni...
di Elisa Meloni
Appena fuori Pordenone c’è un luogo dove, sospesa tra acqua e cielo, compare una scritta a caratteri giganteschi: ha futura memoria. E’ il laghetto della conceria della famiglia Presot, che nel marzo 2022 - per i novant’anni della sua attività - ha commissionato un’installazione galleggiante, fatta di grandi lettere riflettenti1. Si tratta di una frase riferita alla storia familiare, ma dotata di valore universale: è quasi una formula magica che lega passato e futuro al presente, e afferma che la memoria ha un futuro.
di Francesca Bomben, psicologa psicoterapeuta, SC Psicologia dell’Infanzia e della Famiglia – AsFO, Pordenone. Foto di Riccardo Moretti
Costruita, organizzata e plasmata. Una creazione possibilmente coerente, fondata, ragionevole, plausibile, attendibile e legittima. La memoria è una trama, un solco tracciato dal suo soggetto, un deposito in cui si intrecciano gli individui, i loro contesti e i significati attribuiti dagli uni agli altri. È la risposta a domande importanti: chi sono, cos’è, cosa succede.
Quando scriviamo la memoria, rispondiamo a uno o più interrogativi...
di Martina Martina Mazzini. Microbi dal cuore grande, Centro diurno disturbi alimentari e Pediatria, Ospedale civile di Pordenone/ASFO. Foto di Riccardo Moretti
Rincorriamo i nostri obbiettivi e andiamo avanti e indietro. Avanti e indietro. Sono davanti a una lastra di vetro che ci riflette, che mi riflette.Sono davanti allo specchio, uno dei miei nemici più grandi.
Vedo i miei occhi, una foresta di alberi sempreverdi. Vedo la mia pelle con tutte le sue lentiggini, una distesa di sabbia sottile con tante conchiglie di bronzo. Vedo la mia bocca, una distesa di rose rosse e rosa...
di Esteban Borda, 4ATT, Istituto “F. Flora”, Pordenone. Foto di Riccardo Moretti
La memoria, astratta ma sempre presente in noi, è il filo invisibile che collega ciò che eravamo a ciò che siamo. Vive in ogni scelta, parola ed emozione. Anche senza pensarci, ogni giorno agiamo guidati da ciò che ricordiamo come un errore, un insegnamento o una ferita. Per alcuni è un rifugio pieno di momenti felici e persone amate. Per altri è un luogo doloroso, segnato da ricordi che si vorrebbero cancellare. In ogni caso, la memoria ci insegna e ci protegge, ci aiuta a costruire il futuro. Io, ragzzo di diciotto anni...
di Anonimo. Foto di Riccardo Moretti
Avevo nove, forse dieci anni quando successe per la prima volta. Non sono mai stata legata chissà quanto a mia madre, tanto meno a mio padre, ma quella notte era diverso, ho sentito che, anche se mi ripetevo che avrei potuto vivere senza di loro, in realtà non era così. Erano già le due o tre del mattino credo, non avevo ancora il telefono, mi svegliai perché la sentivo piangere.
Mi alzai di fretta, corsi in cucina e lei era ferita. Mi disse che era stato un incidente, che stavano solo discutendo, che non era successo niente...
di Paola Voncini. Foto di Ulderica Da Pozzo
Si è da poco conclusa alla Galleria Sagittaria di Pordenone la mostra di Ulderica Da Pozzo dal titolo evocativo Echi del tempo. Fotografie per una memoria identitaria, a cura di Angelo Bertani.
In mostra una sessantina di fotografie a colori realizzate dagli anni ‘90 al 2023, testimonianza dei luoghi più intimi, le stanze delle case di paesi friulani di montagna e di campagna, che furono abitate da uomini e donne comuni, persone che probabilmente...
di Michele Casella
Il compito della filosofia come scienza non è soltanto quello di porre dubbi e domande razionali sull’Essere in sé e sull’uomo in relazione con esso ma è anche quello di rispettare l’humanitas e privilegiarla fornendo risposte e prospettive di sviluppo proprio in relazione alle domande esistenziali, soprattutto in questi tempi contemporanei dopo la caduta dei valori e il crollo delle certezze sui princìpi.
Ci soccorre in questo compito la filosofia tedesca dello storicismo che individua nella memoria...
di Mario Giannatiempo
Quando la poesia diventa memoria, quando attraversa il tempo, e ripercorre strade conosciute, quando risente odori e profumi di un vissuto solo momentaneamente accantonato, allora avviene una straordinaria combinazione di nuove e antiche emozioni, i fotogrammi sfocati della storia passata riprendono corpo e colore e le parole ripetono il miracolo della vita. Luigi Natale...
di Letizia Magris
Il concetto di memoria è, nel linguaggio comune, associato alla mente come un processo biologico che permette agli esseri viventi di conservare e ricordare esperienze.
Nel linguaggio della fisica moderna la memoria può essere intesa in modo più ampio come la conservazione dell’informazione del tempo.
Pensiamo al cielo stellato e a quando durante le notti estive ci stendiamo sul prato ad osservare la distesa scura sopra di noi, abbiamo l’impressione di osservare qualcosa di eterno e immutabile, eppure ciò che vediamo non è il presente dell’universo, ma il suo passato...
di Camilla Costa (testo e foto)
Le piante rappresentano per noi tutti la sopravvivenza. Gli alberi attraverso l’azione clorofilliana ci forniscono ossigeno e tanti altri benefici per la nostra vita. La Nazione delle piante ci insegna che i padroni del Pianeta non siamo noi ma il regno vegetale che rappresenta l’85% delle creature presenti al mondo.
La nostra specie, poi, che è qui da 300.000 mila anni, molto poco rispetto alle piante che hanno tra i 2 e i 5 milioni di anni. E per quanto riguarda il percepire l’ambiente, le piante, sono capaci di “sentire” meglio degli animali e degli uomini stessi....
di Mattia Yann Casolo
In un angolo umido di un bosco, sotto una pietra bagnata o tra le foglie marcite di un sentiero dimenticato, vive la salamandra, creatura silenziosa e sfuggente. Da secoli associata al mistero, al fuoco che non brucia e al rinnovarsi continuo, la salamandra è più di un animale affascinante: è una metafora vivente della memoria.
A prima vista può sembrare un semplice anfibio, ma la salamandra ha una qualità che sfida il tempo: la capacità di rigenerare parti del proprio corpo. Se perde una zampa, la coda, questa ricresce...
di Danila Mastronardi (testo e foto)
È maggio, la campagna risuona di nuovi canti e sonorità, sono gli uccelli che emergono dal torpore invernale e cercano freneticamente un partner per rinnovare l’atavica funzione riproduttiva. Sono arrivate anche le specie migratrici che, stanche dal lungo volo che dal sud del mondo le ha condotte nei siti riproduttivi, si rifocillano nutrendosi di polline e di insetti.
Sulla cassetta nido artificiale posizionata dagli ornitologi sul traliccio dell’alta tensione, lampeggia il blu intenso della Ghiandaia marina, splendido uccello coraciforme tipico delle aree soleggiate e aride dal piumaggio variopinto di blu, indaco, azzurro, marrone...
di Mauro Danelli
La memoria è un grande patrimonio che risiede in ogni individuo e in ogni collettività. Un patrimonio dalle tante sfaccettature, che possiamo riassumere in una triplice valenza: verso il passato, in quanto conservazione di un'immensa ricchezza che non può andare perduta; verso il presente, in quanto bagaglio per operare nel quotidiano; verso il futuro, in quanto strumento basilare per un progresso individuale e collettivo.
Spesso, troppo spesso, l'uomo soffoca la memoria col risultato di ripetere gli errori del passato, anch
e quelli più gravi...