Aspettando il futuro. I ragazzi di Chimalhucàn

Non giocano, non se lo possono permettere. Lavorano. I ragazzini possono penetrare agevolmente nei pertugi tra i cumuli delle immondizie. Sono utili ai bilanci familiari. Alejandro, Agustin, Crecencio, Faustino sono tutti cresciuti in fretta, figli della grande discarica di Chimalhuacàn, nelle periferie di Città del Messico.

Far East Film Festival

Cinque secoli fa i padroni degli oceani vollero aggirare le vie intasate della seta per arrivare all’est girando per l’ovest, e vi scoprirono invece l’America. 24 anni fa il Far East Film Festival fece il contrario. Cercò il west(ern) andando diritto nell’estremo est, e vi trovò molto di più. Nacque così, nel 1999, già scoppiettante. Nacque dalla ricerca di una nuova frontiera per i generi più popolari del cinema, com’erano stati il noir, il gangster movie e per l’appunto il western.

Tre storie di attesa

Tre generazioni di donne ucraine in Italia, arrivate dal Donbass in rapida successione in attesa di un futuro in Italia. Prima la nonna, assistente domestica, poi la mamma, diplomatasi in Italia come O.S.S., attualmente imprenditrice. Quindici anni fa la figlia, R.F., è arrivata in Friuli all’età di 10 anni, a seguito della richiesta di ricongiungimento familiare. E’ stata inserita nell’ultimo anno delle elementari, per imparare la lingua italiana …

Il Cinema dei Giovani

Tomaso Aramini regista e direttore della fotografia. Consegue un dottorato di ricerca in film, music, performing arts presso la Leeds Beckett University con una tesi di inter-semiotica cinematografica. La sua pratica artistica ibrida film concettuali e sociali. Autore di molti cortometraggi, il suo film The Lost Shoes è diventato uno dei documentari più premiati in Italia nel 2020, vincendo tra gli altri London Documentary Film Festival.

Siberie: tra Verne e Salgari

Come è noto, Salgari fu definito il “Verne italiano”, con una valutazione che in qualche modo lo riduceva a epigono dell’illustre scrittore d’Oltralpe. Quanto, però, questa definizione fosse poco fondata emerge già dalla lettura delle poche righe, in cui ci vengono presentate Nadia Fédor e Maria Federowna Wassiloff, le figure femminili protagoniste dei due romanzi “siberiani” pubblicati in Francia e in Italia …

L’Ucraina che non c’è più

Ucraina: ci sono stato, ci sono passato per andare in Russia, qualche anno fa, in bicicletta. Sono ormai quasi due mesi che le immagini della guerra si sovrappongono ai paesaggi che ho visto, i nomi dei luoghi che cercavo sulla cartina disperatamente sotto il sole li sento oggi al telegiornale, ne ascolto la distruzione. Anche questa è un’attesa che mi ha ammutolito, un’attesa dentro di me….

Mellow Mood: l’arte come panacea contro l’oblio

Tutti i giorni veniamo interpellati dall’esistenza per interagire con il principio di realtà, una corsa sfrenata all’adattamento ad un mondo in continuo mutamento, che costantemente tradisce e confuta, attraverso gli spigoli del reale, tutte quelle aspettative inverosimili che l’individuo vi riversa. Tale contraddizione nasce dal mancato dialogo che dovremmo instaurare con il reale, in quanto il soggettivo non deve soverchiare il fattuale.

Lentezza e attesa: elogio dell’ascolto

La lentezza è ascolto ed attesa, è un andare adagio, uno scorrere diverso del tempo. La nostra è un’epoca in cui il suono e le parole imperversano le cronologie e i luoghi destinati al raccoglimento, alla concentrazione intensa e continuata e all’autoanalisi si riducono sempre più (Rossi, 2016, 73). Nel definire la cifra di una pedagogia della lentezza prendiamo a prestito solo alcuni pensieri attorno al tempo …

Aspettando la rivoluzione

Volendo esprimere un’opinione personale in merito al ruolo dell’Arte ai giorni nostri, mi sento di dire che la salvezza del nostro mondo potrebbe trovarsi sopita nelle menti, nelle opere e nelle gesta di artisti rivoluzionari e non convenzionali. Alcuni di questi purtroppo, a mio avviso, dormono il sonno di una ragione “colta”, quella che si dice generi Mostri.

Ricerca e attesa della maternità

Ci incontriamo nella piazza di un paese della pedemontana pordenonese dove Valentina vive e lavora come infermiera. Non è nata in questa terra, la sua ‘c’ aspirata ne rivela immediatamente l’origine, vi si è trasferita per amore. Accoglie volentieri la proposta di raccontare la sua storia di attesa di maternità per “il desiderio di aiutare altre donne”.