Foto di Luca Bidinost
Quando parliamo di counseling, ci riferiamo a un processo comunicativo bidirezionale caratterizzato da un ascolto empatico in cui operatore e assistito mettono in gioco le proprie risorse per affrontare situazioni che richiedono un cambiamento della persona che chiede supporto. Nello specifico, il counseling nutrizionale ha come tema predominante la promozione della salute, attraverso la modifica di stili alimentari e, in generale, stili di vita non adeguati (attività fisica, fumo, alcol ecc…).
Attraverso il counseling nutrizionale, il professionista e la persona cooperano insieme, incontro dopo incontro, per stabilire le migliori strategie che faciliteranno il raggiungimento degli obiettivi. Quindi, l’attenzione non è centrata sul programma da mettere in atto ma sulla persona che, aiutata dall’operatore, attua un percorso di cambiamento, promuove e allena le proprie capacità personali senza dover rinunciare alla propria libertà di scelta e responsabilità.
Alcuni vantaggi del counseling nutrizionale:
- empatia e ascolto attivo, non comunicazione direttiva
- sospensione del giudizio
- evitamento del processo di “delega”
- migliore efficacia della relazione operatore-assistito
- obiettivi, strategie e azioni concordate
- contenimento delle resistenze
- auto-osservazione e autodeterminazione dell’assistito
- maggiore aderenza al programma stabilito
Oggi giorno, sempre più rispetto al passato, siamo bombardati, attraverso i social media, da indicazioni su un’alimentazione “corretta” talvolta tra loro contrastanti, spesso frutto di mode del momento o di interessi di natura commerciale. Non è facile districarsi soprattutto se siamo digiuni sull’argomento. Questa è stata la mia esperienza quando ero un’adolescente che, come tanti altri, praticava dei veri e propri “pasticci” alimentari e compensazioni di scarso buon senso, allontanandomi sempre più da uno stato di salute e di equilibrio. Da lì è nato il mio desiderio di approfondire le informazioni su cosa rappresentasse uno stile di vita sano, e con quali mezzi poterlo raggiungere. Questa esperienza è approdata, nel tempo, in una professione, quella di Biologa nutrizionista, che oggi svolgo con tanta passione.
Nella mia pratica, dedico molto tempo all’ascolto, perché ho notato che, dietro ad una richiesta di cambiamento alimentare, spesso si nasconde il desiderio di trovare un nuovo equilibrio rispetto ad un ambiente che cambia velocemente e a cui risulta difficile adattarsi poiché, talvolta, manca il tempo, mancano le energie, si è sempre più sedentari, o semplicemente per pigrizia. Ciò può portare, spesso, a sentimenti di frustrazione e di inadeguatezza. Cambiare il proprio modo di alimentarsi può essere un’opportunità per accendere quella “miccia” che serve a sprigionare la nostra forza per affrontare le situazioni che la vita ci presenta con maggiore creatività e resilienza.
Un atteggiamento positivo, in questo senso, è rimanere aperti a ciò che è “nuovo” o diverso da ciò a cui siamo abituati, per cui, a mio avviso, l’invito è quello di lasciarci “contaminare” dalle consuetudini altrui anche in campo alimentare. In particolare, durante la mia pratica, venendo a contatto con persone provenienti da paesi diversi, ho potuto acquisire informazioni su usanze culinarie molto distanti dalla nostra consueta alimentazione occidentale.
Un esempio tipico è l’utilizzo delle spezie cosa che, negli ultimi anni, è stata sempre più presente nelle nostre preparazioni in cucina. Anche in ambito accademico alcune spezie sono state oggetto di numerosi studi in virtù delle loro proprietà nutraceutiche. Un esempio è la radice di Zenzero (Zingiber officinale) originaria dell’Estremo Oriente utilizzata sia in forma essiccata che fresca, può arricchire le nostre pietanze grazie al caratteristico sapore agrumato – piccante. In fitoterapia è annoverata per le sue proprietà antiemetiche, carminative e antinfiammatorie.
Un altro esempio è la radice di Curcuma (Curcuma longa) originaria del Sud-Est asiatico, di cui si utilizza prevalentemente la polvere dal sapore amarognolo, nelle pietanze è utile anche come colorante naturale per ravvivare e rendere più accattivanti cibi dai colori neutri. In fitoterapia viene utilizzata per le sue proprietà eupeptiche, antinfiammatorie e antiossidanti.
È importante coinvolgere i giovani nella pratica di un’alimentazione sana, a cominciare dalle scuole, in modo da creare un circolo virtuoso di consapevolezza e capacità di gestione della propria salute.
A questo proposito, durante il periodo estivo, lavoro presso uno stabilimento balneare, in Sicilia, dove svolgo attività di Tutor della didattica per gli studenti della Scuola Alberghiera “Karol Wojtyla” di Catania.
In particolare, impartisco loro le regole per garantire la sicurezza alimentare e insegno le modalità di conservazione e cottura del cibo che ne preservano la genuinità e il valore nutrizionale.
Negli anni, ho potuto notare che i ragazzi tendono a non inserire frutta, verdure, ortaggi e legumi nelle loro preparazioni, e ad utilizzare troppi grassi, soprattutto di fonte animale. Per questo motivo, li faccio esercitare molto con l’impiego di questi alimenti vegetali, sperimentando cotture dolci e utilizzando molte erbe aromatiche e spezie per insaporire. In questo modo, si evita un uso di grassi eccessivo, e si sfrutta la caratteristica dei colori vivaci tipici di questi alimenti, così da rendere le pietanze sempre più invitanti alla vista, infatti, non dimentichiamo che “mangiamo anche con gli occhi”.
Un’altra interessante esperienza, a cui ho partecipato lo scorso 21 marzo 2024, è stata la serata “A Cena in Salute”, progetto realizzato a sostegno di un progetto di prevenzione promosso dalla struttura di Gastroenterologia Oncologica e Sperimentale, nell’ambito del gruppo Patient Education & Emporwerment del CRO di Aviano e in collaborazione con la Scuola Alberghiera IAL e l’associazione ANGOLO. La cena è stata realizzata dai giovani studenti della scuola alberghiera dello IAL di Aviano, seguiti dai loro Chef nella preparazione di un gustoso e raffinato menu, nel pieno rispetto delle regole dettate dal Decalogo del Codice Europeo Contro il Cancro.
Auspichiamo che, sempre più, tali iniziative si distribuiscano a macchia d’olio nel nostro territorio.