Il motivo del doppio ha catturato da sempre la nostra immaginazione, che ha oscillato come un pendolo fra attrazione e repulsione verso di esso. Se volessimo analizzare questo motivo attraverso un esempio concreto – lasciando da parte le speculazioni letterarie e artistiche – potremmo usare a buona ragione la gemellarità.
Cosa può esserci di più rappresentativo del “doppio” dei gemelli? Ovviamente, parliamo dei gemelli identici, o monozigoti, e non di quelli diversi, o fraterni.
Questa “in-consuetudine biologica” ha suscitato atteggiamenti e reazioni opposte e mutevoli nel tempo. La gemellarità è ricca di… singolarità, a partire dalla frequenza delle nascite gemellari, che è una costante, e cioè una su ottanta nascite.
E’ però più corretto dire che era una costante, poiché da quando esiste la stimolazione dell’ovulazione per le inseminazioni artificiali, questa proporzione è aumentata, fino ad arrivare a una su 42. Peraltro, le nascite gemellari hanno un’incidenza maggiore nella popolazione africana e più bassa in quella asiatica, per cui il valore di uno su ottanta rappresenta una media, corrispondente alla situazione europea.
E’ proprio in Africa che si manifesta un fenomeno interessante tra gli Yoruba della Nigeria (che hanno la più alta proporzione al mondo di parti gemellari, 1 su 11 nascite): in questa popolazione, anticamente la nascita di gemelli era ritenuta una maledizione, al punto che essi venivano eliminati subito dopo il parto.
Nella prima metà dell’ottocento, al contrario, s’instaurò il culto dei gemelli, ritenuti portatori di speciali doti spirituali e sovrannaturali. Per questo motivo si è sviluppata una forma artistica unica, quella degli Ibeji, o statue gemelle. Statue che erano nella maggior parte dei casi una coppia, ma esistevano anche statue singole, che dovevano sostituire un eventuale gemello morto, poiché si riteneva che i gemelli avessero l’anima in comune, e bisognava ristabilire un equilibrio spirituale.
In questo ambito culturale dunque, si sottolineava la totale identicità dei gemelli, in particolare dal punto di vista spirituale.
L’opposto accade in un’altra tradizione spirituale, quella vedica dell’India, in cui è molto importante l’arte astrologica. L’astrologia Vedica asserisce di poter descrivere oroscopi differenziati per i gemelli, al contrario di quella occidentale. Ciò sarebbe possibile in base ad un sistema di calcolo astronomico molto sofisticato.
In questo caso, l’accento cade sull’unicità di ogni essere umano, aldilà delle apparenze esterne.
Nel mondo occidentale, fino a tempi non lontani, si è posto l’accento sulla identità fisica dei gemelli definiti identici.
E’ stato per molto tempo un luogo comune dire che neanche le madri fossero in grado di distinguerli o distinguerle, come anche vestire le coppie di gemelli allo stesso modo, far loro frequentare le stesse scuole, e via andando.
In seguito i gemelli sono diventati un affascinante campo di studio, quando la ricerca ha capito che era possibile rispondere a questioni irrisolte, come valutare il diverso apporto di eredità e ambiente nei processi fisiologici e patologici.
Purtroppo, una triste pagina sui gemelli è stata scritta dai nazisti nei lager. I gemelli erano un’ossessione per Josef Mengele, il “dottor morte”.
“Zwillingen, zwillingen!”, (gemelli, gemelli!), si racconta che gridasse quando arrivavano nuovi prigionieri nei campi, specie se bambini.
Così avveniva la selezione per gli esperimenti. In lui e nella scuola di genetica tedesca, dominava l’illusione che la manipolazione della biologia avrebbe potuto produrre una razza ariana perfetta.
Ma l’ideologia non può e non deve sovrapporsi alla scienza…
Gli studi più recenti hanno messo in evidenza che esistono chiare diversità biologiche anche tra i gemelli identici: essi hanno impronte digitali diverse, retine diverse, iridi diverse.
E’ intervenuta l’epigenetica – modificazione dell’espressione dei geni che contribuisce alla variabilità individuale – a disegnare le differenze tra un gemello e l’altro. Questa nuova disciplina ha posto l’accento su una serie di fattori “esterni” al patrimonio genetico, come l’età, lo stile di vita, l’alimentazione.
(Per esemplificare, alcuni geni che predispongono allo sviluppo di malattie come il cancro possono dare origine alla malattia stessa oppure no, a seconda dei fattori epigenetici a cui l’individuo è stato esposto).
Quello che interessa qui è che l’epigenetica ha chiarito che non c’è sovrapponibilità tra individui, non solo tra gemelli identici, ma neanche nella remota ipotesi di clonazione: nemmeno uno o più cloni di noi stessi sarebbero uguali a noi, o uguali tra loro
In sostanza, siamo tutti uguali, in quanto appartenenti alla stessa specie, quella umana, e siamo tutti diversi, sia biologicamente, sia perché dotati di identità plurali, e non di una sola identità.
L’excursus sui gemelli ci spinge fino ad analizzare un altro doppio, quello digitale, definito “digital twin” (gemello digitale in inglese), a cui si è aggiunto ultimamente il “virtual twin”, o gemello virtuale.
Per molto tempo si è parlato di “identità digitale” (anche detta “doppio digitale”) sistema che dovrebbe renderci la vita più semplice, ma soggetto a furti d’identità, e conseguenti truffe e violazioni della privacy.
Recentemente, il doppio digitale ha fatto un salto di qualità, ed è arrivato il “gemello virtuale”, un passo oltre il digitale: il “virtual twin” è la replica virtuale della realtà, ad esempio del corpo umano.
Grazie ad una raccolta dati più vasta possibile, si può creare una piattaforma digitale, e poi modificare un oggetto reale con grande precisione: pensiamo ad un gemello virtuale, con un cuore modellato in 3D uguale al nostro, sul quale si può simulare qualsiasi intervento prima di effettuarlo, ottenendo una cura personalizzata.
Ma come ogni volta che avviene una rivoluzione scientifica, si aprono nuovi interrogativi etici e legali: ad esempio, a chi appartiene una replica virtuale del nostro cuore? Terminiamo con un’altra domanda: si può dire che esiste una nuova tipologia di gemelli, uno reale e uno virtuale?
Probabilmente sì, ed è solo l’esempio più recente dell’affascinante mondo del doppio.
Del resto, gli amanti della serie di culto “Fringe” sanno già che esistono mondi paralleli, dove vivono altre versioni di noi stessi, solo lievemente differenti…