Le persone dimenticano, le comunità dimenticano. I segni sulle rocce ci aiutano a ricordare. Le alpi Giulie e Carniche conservano le tracce della follia della guerra. Demone mai sopito, sempre all’opera. Papa Francesco ci ricorda, ora, la 3^ guerra mondiale a pezzi, la cultura dello scarto e le crescenti e insostenibili disuguaglianze.
Nel 2019, anno di inizio degli incontri per il Parco della Pace, sono passati 101 anni dalla fine della prima guerra mondiale e 100 dalla firma del trattato di San Germano del 1919 che ha delineato il nuovo assetto europeo, centrato sulle nazioni. Potrebbe essere, quest’ultima prossima ricorrenza l’occasione per rinforzare la cooperazione transfrontaliera nell’ottica della pace e nello spirito della Convenzione delle Alpi.
Il sogno di un Europa dei popoli
L’Unione mondiale per la protezione della natura (IUCN) ha individuato diverse modalità di cooperazione transfrontaliera per: le aree protette transfrontaliere, il paesaggio transfrontaliero di conservazione e l’area di migrazione transfrontaliera di conservazione. Un progetto speciale è, inoltre, il Parco per la pace, che può essere applicato a ognuno dei tre tipi di aree di conservazione transfrontaliere e dedicato alla conservazione della biodiversità, allo sviluppo sostenibile e alla promozione della cultura della pace e cooperazione.
Esperienze e modelli di parchi per la Pace già realizzati nel tempo
Esperienze significative sono maturate in Africa, nate dal forte impegno della Peace Parks Foundation, fortemente appoggiata da Nelson Mandela, in America Latina, come il Parco de la Amistad tra Costa Rica e Panama, o in Asia, come le due Riserve naturali del Borneo tra Malesia e Indonesia, ecc… Un esempio europeo dallo straordinario potere evocativo è il progetto Green Belt, che mira alla creazione di una rete di aree protette lungo l’antica Cortina di Ferro oppure la Riserva della Biosfera Transcontinentale tra l’Andalusia (Spagna) e Marocco, territorio “caldo” in quanto una delle principali frontiere dell’immigrazione in Europa. Non solo progetti transfrontalieri: la solidarietà si esprime anche tra parchi di diversi paesi non confinanti e verso comunità toccate dalla guerra. E’ il caso, ad esempio, dell’area di Laj Chimel in Guatemala, la cui popolazione maya è stata drammaticamente travolta dalla guerra civile, e che proprio il premio Nobel per la pace Rigoberta Menchù ha proposto come riserva ecologica per la pace e centro di riconciliazione. (fonte Federparchi)
Aree protette transfrontaliere e relazioni cooperative
In prossimità dei confini insistono diverse aree protette che costituiscono l’ossatura della protezione della natura nei tre territori transfrontalieri. Sono:
In Austria: Naturpark Dobratsch, le aree della Rete Natura 2000 Villacher Alpe e Schütt – Graschelitzen che ricadono in parte nel parco naturale, Görtschacher Moos – Obermoos im Gailtal;
In Slovenia: Triglavski Narodni Park, le aree della Rete Natura 2000 Julijske Alpe e Julijci, che ricadono parte o integralmente nel Parco del Tricorno e lo Zelenci, la Riserva di Biosfera MAB Unesco Alpi Giulie;
In Italia: la Riserva Naturale Nazionale del Cucco e di Rio Bianco, le zone di conservazione speciale dei Valloni di Rio Bianco e di Malborghetto, della Conca di Fusine, dello Jȏf di Montasio e Jȏf Fuârt e della Alpi Giulie, del Parco delle Prealpi Giulie;
In tutto, una superficie di oltre 130.000 ha a testimoniare l’enorme importanza ecologica e naturalistica di questi territori ma anche il loro potenziale in termini di sviluppo sostenibile.
Diversi progetti, anche transfrontalieri, sono già condivisi da tempo dalle realtà soprarichiamate (es. Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie e Parco nazionale del Triglav) come pure da altri soggetti pubblici e privati. Ad esempio, l’esperienza delle Cime dell’Amicizia / Gipfel der Freundschaft / Vrhovi Prijateljstva, portata avanti dai Club Alpini di Friuli Venezia Giulia, Carinzia e Slovenia o la Festa dell’Amicizia sul monte Forno/Peč/Dreiländereck, dove convergono i 3 confini e dove migliaia di persone si incontrano per condividere una giornata conviviale e di fraterno spirito montanaro.
La proposta di un Parco della pace di Legambiente
Legambiente, associazione ambientalista, considera e propone che le aree tutelate in Carinzia, Friuli e Slovenia, situate a ridosso dei tre confini, possono costituire un’area transfrontaliera riconosciuta dall’IUCN come “paesaggio transfrontaliero di conservazione”. E’ un’area omogena dal punto di vista ecologico e paesaggistico e può comprendere sia le aree protette sia le aree destinate ad utilizzo di risorse (ad esempio la foresta di Tarvisio che gode di una legislazione transtatuale) attraverso uno o più confini internazionali e comporta forme di cooperazione. Si può pensare anche ad Parco della Pace. Anche lo IUCN lo cita come possibile sito transfrontaliero che può richiedere questa speciale designazione. Una proposta rivolta al futuro per dare tardivo senso alle morti del primo conflitto
mondiale. Non solo. Parte del territorio ci riporta con il pensiero a tempi più recenti, alla cortina di ferro ora parte integrante del progetto della “European Green Belt”.
Condivisa la visione, la cooperazione ha obiettivi concreti, fra questi:
utilizzare una o più strutture militari dismesse per fare delle sedi di volontariato internazionale proveniente dai tre paesi, aperto anche a giovani “in cammino”. Uno spicchio d’Europa , un modo per declinare oggi la pace in attività di manutenzione degli ecosistemi e solidarietà sociale
rafforzare le politiche transfrontaliere di conservazione cooperativa della biodiversità, dei servizi ecosistemici e dei valori paesaggistici e culturali; condivisione delle competenze ed esperienze
coinvolgere le Università di Carinzia, Friuli VG e Slovenia in progetti di ricerca sui territori transfrontalieri (es. impatto dei cambiamenti climatici,..)
attivare dei dialoghi sulla Pace: facendo unainiziativa itinerante, ogni anno in un paese diverso, per approfondire i temi della biodiversità e della pace
ricercare, promuovere, diffondere e sostenere buone pratiche di green economy all’interno del parco
In marcia per la creazione del Parco della Pace.
Quanto sopra riportato rappresenta una riflessione di Legambiente FVG nell’incontro fatto a Klagenfurt, l’11 novembre 2018, in occasione del centenario della fine della prima guerra mondiale. L’incontro trinazionale, patrocinato dal Presidente della repubblica Austriaca e Slovena e dalla presidenza del consiglio regionale del FVG. “Intendeva declinare al presente la lezione delle guerre mondiali ossia che razzismo e cultura della violenza conducono sempre a guerra, miserie e inimicizie… per una svolta socio-ecologica che getti le basi per un futuro sostenibile e di Pace”.
Uno degli organizzatori dell’evento Werner Wintersteiner, docente all’università di Klagenfurt, trovò interessante la proposta ed alcuni mesi dopo, nel marzo del 2020 ci incontrammo a Villaco per una primo scambio di vedute. A Resia, sempre nel 2019, si tenne il primo incontro ufficiale. Presenti i 3 parchi confinari: Dobratsch, Triglav e Prealpi Giulie e 3 ONG: CIPRA Slovenia, il Club 3 Popoli di Klagenfurt e naturalmente Legambiente FVG. I temi/obiettivo su cui si è lavorato sono stati: la biodiversità, educazione e iniziative giovanili, relazioni transfrontaliere e movimenti per la pace. La pandemia ha rallentato la marcia ma non interrotto. Alcune iniziative si sono realizzate nei rispettivi territori confinari. Anche il percorso di costituzione della riserva MAB UNESCO transfrontaliera delle Alpi Giulie va in quella direzione. Attualmente è in essere una cooperazione sui progetti Interreg Italia Austria e Italia Slovenia dove si cerca di inserire alcuni temi del Parco della Pace. L’obiettivo non è raggiunto, ma penso che sia altrettanto importante il percorso fatto e da fare.
Conclusioni
La cooperazione può nutrirsi, infine, del sogno di un Europa dei popoli, comunità e cittadini, federale, presidio di democrazia, di sviluppo sostenibile e solidale.
La montagna non ha confini, così come il cervo e l’orso che l’attraversano.