Un giorno l’uomo decise di controllare il tempo ed il tempo, senza scomporsi né venir meno al suo incedere costante, strinse le spalle e fece quello che meglio sapeva fare: andò avanti. All’inizio furono il dì e la notte e l’avvicendarsi delle stagioni. Così l’uomo coniò un termine – il giorno – e mise i giorni in fila per formare un anno e da lì prese coscienza delle primavere che spettavano a ciascuno. Ma era un tempo lento e docile e l’uomo non sentiva di averlo realmente domato.
Allora l’uomo prese il sole e le altre stelle e ne volle scandire la presenza. Spaccò il giorno in ore e le ore in minuti, poi questi ultimi li frantumò in secondi e notò che questo tempo, marcato e ridotto, era più a sua misura. Inizialmente si compiacque, ma presto si rese conto che per quanto potesse dividere, spezzare e spezzettare il tempo rimaneva sempre uguale a se stesso. Deluso, decise quindi di intervenire non sulla misura, ma sulla sostanza stessa che definisce il tempo: l’agire proprio dell’uomo.
Introdusse scadenze e termini, quindi li rateizzò e li procrastinò. Prese l’oggi e lo fece diventare domani, proiettò le ripercussioni verso un futuro remoto e scardinò le linee temporali che collegano azioni e conseguenze. Quando si fermò ad osservare il proprio operato, trovò che inizio e fine erano così aggrovigliati che sbrogliarli sarebbe stato impossibile e sentì di aver ottenuto il suo scopo.
Oggi paghiamo le conseguenze di tutto quell’affaccendarsi per controllare, cambiare e confondere il naturale fluire del tempo. Siamo immersi in un ritmo che ci spinge verso attenzioni e comportamenti che prima non ci appartenevano. Tra gli aspetti decisionali che ne sono stati più drasticamente colpiti c’è la nostra capacità di acquisto, proprio in termini di abilità e competenza necessarie per affrontare delle spese. Infatti in risposta alla velocità richiedono molte delle nostre scelte, ci aspettiamo un effetto istantaneo, spesso però trascurandone il costo che, al contrario, non comporta un riscontro immediato. Ne sono un esempio gli ordini online: vogliamo che il prodotto sia recapitato a casa nostra l’indomani, magari pagandolo a rate che vengono automaticamente estratte dal nostro conto, tanto invisibili che possiamo anche dimenticarcene.
Conviviamo con gli acquisti d’impulso, generati da uno stimolo improvviso e che non tengono conto della reale convenienza della spesa, aggravati dalla facilità e dall’apparente innocuità di un Compra ora. Le nostre transazioni avvengono sempre più rapidamente, con carta o con smartphone, senza bisogno di valutare la capienza del nostro portafoglio, smaterializzando il nostro effettivo potere di acquisto e di risparmio.
Tempo fa un banchiere mi raccontò che i giorni in cui la pensione veniva versata, la banca diventava un andirivieni di anziani.
Si presentavano allo sportello e chiedevano cortesemente di ritirare tutta la pensione. Una volta nelle loro mani, contavano accuratamente tutte le banconote anche più volte e, accertato che si trattasse dell’importo corretto, chiedevano altrettanto cortesemente che fosse riversata sul loro conto. Quindi se ne andavano soddisfatti. La spiegazione è forse ingenua, ma di certo questo comportamento aveva un obiettivo molto concreto: questi signori e signore si prendevano il tempo di andare allo sportello ad appurare – toccandoli, soppesandoli e contandoli – l’entità dei propri averi.
Gli strumenti oggi a nostra disposizione rispondono ai requisiti della velocità e, combinati con poca accortezza, possono essere un’arma a doppio taglio per quelle persone che affrontano difficoltà di tipo economico, siano esse causate da entrate limitate oppure frutto di poca cautela nella gestione del proprio denaro. Purtroppo lo sanno molto bene i tutor di microcredito di Well Fare Pordenone che dal 2016 accolgono presso la Fondazione un numero sempre crescente di persone in condizioni di vulnerabilità.
Si tratta di singoli e famiglie che non hanno gli strumenti per far fronte ad una corretta conduzione del proprio bilancio familiare oppure che non hanno saputo valutare attentamente la propria capacità di restituzione di un prestito. La maggior parte di queste problematiche trova la propria soluzione proprio nel tempo.
Un tempo veloce. Ovvero la tempestività dell’intervento, per affrontare con efficacia le difficoltà economiche prima che diventino troppo importanti. Identificare il problema prima che sia troppo tardi è un fattore determinante per garantire a queste persone un aiuto concreto.
Ma soprattutto un tempo lento.
Si tratta del tempo dell’accoglienza e dell’accompagnamento che prevede un percorso spesso lungo in cui le persone fragili riprendono contatto con le conseguenze delle proprie azioni. Un tutor della Fondazione le affiancherà passo dopo passo, incontro dopo incontro, per dipanare assieme la fitta matassa delle entrate e delle uscite e definire un nuovo inizio.
Si tratta del tempo della consapevolezza e del toccare con mano. Sempre con l’aiuto di un tutor queste persone prendono coscienza degli effetti delle loro decisioni in materia di spesa ed acquisiscono gli strumenti per poter affrontare da soli ed in maniera autonoma la gestione della propria economia.
Si tratta del tempo della fiducia e dell’ascolto. Creare relazioni in grado di arricchire, ovvero generare fede verso le proprie capacità e aspettativa verso il futuro in singoli e famiglie che avevano perso la possibilità di proiettarsi verso un domani.
Fondazione Well Fare Pordenone ha fatto del tempo il suo miglior alleato ristabilendo quelli che sono i ritmi necessari, perché anche coloro che hanno difficoltà, le persone fragili, possano rafforzare le proprie capacità e reinserirsi nella comunità autonomamente. Chiunque versi in condizioni economiche complicate può rivolgersi al servizio di microcredito che è totalmente gratuito, richiede solo impegno reciproco e, chiaramente, sempre lui: un po’ di tempo. Ben speso.