Blognotes 08
Blognotes 16

RISCHIO è il tema del numero più recente di Blognotes 16

Articolo presente in

Il tempo dei Bambini

di Virginia Di Lazzaro, testo e foto

La mia vita attualmente è governata da orologi sciolti alla Dalì.

Da dieci mesi la gabbia del tempo è sovrastata da una piccola figlia-godzilla che appena tenti di avvicinarti all’agenda o a un’idea di tempo scandito ruggisce.

Ho sviluppato tecniche raffinatissime per distrarla e prendermi qualche secondo per lavorare, scrivere, pensare.

foto di Virginia di Lazzaro

Il tempo passa fluido dettato da esigenze come cibo, sonno, dentini, cacca, bagnetto, voglia di scoprire il mondo. Il tempo dei bambini è un presente continuo, per conviverci bisogna cavalcare l’onda. Mantenere il presente sempre buono, in ottimo stato, per garantire un futuro prossimo sereno.

La griglia del tempo è un sottotraccia latente sovrastato dalle danze fluide dei giorni.

ORE 14.00, scatta l’allarme del cellulare PARTENZA: il tempo fluido è sospeso e quello incasellato è partito.

Consegno Godzilla alla nonna e in 3 secondi faccio mente locale su cosa devo fare, carico l’auto e alle 14 e 1 minuto parto, mi aspettano 18 minuti esatti di auto dove il mio cervello si riattiva come il ticchettio di un orologio. I primi 5 minuti di auto penso se ho caricato tutto e passo per passo ricordo i passaggi temporali dell’attività da svolgersi alla scuola dell’infanzia. I successivi 5 penso all’organizzazione della settimana e se mi mancano materiali da acquistare, testi o presentazioni de scrivere. 50 secondi un intenso pensiero a “Godzilla mon amour” e a quanto grande è il mio amore per lei. 10 secondi per pensare al passato,1 minuto per pensare al futuro e 6 minuti per chiamare la Berta, la mia più cara amica con la quale le telefonante finisco con “ O scusa Berta ma sono arrivata devo iniziare, i nani mi aspettano”.

Esco dall’auto e metto i soldi pescati dal fondo della borsa nella macchinetta del ticket, la macchina stampa: valido fino alle 16.50. Bene dai!

Mi carico come un’asina con le borse dei materiali e vado verso la scuola.

Mi aspettano alla scuola dell’infanzia due gruppi: prima un’ora con i cinquenni e poi un’ora con i duenni alla loro prima esperienza scolare.

Arrivo al cancelletto e come sempre leggo il menù del giorno:

“Si verificato un caso di scarlattina.

Si sono verificati casi di congiuntivite batterica e gastroenterite.”

Suono il campanello e le maestre mi aprono:

“Ciao ciao benvenuta”, i bambini mi salutano e mi abbracciano chiedendo: “Cosa facciamo oggi Virginia?” e io sempre rispondo: “Pazienza, tempo al tempo, ve lo spiego appena entrate per fare il laboratorio.”

Velocemente sistemo tutto mancano 2 minuti e devo ancora prendere l’acqua e sistemare i colori.

foto di Virginia di Lazzaro

Dopo 1 secondo sento la maestra chiamali: “ Dai… è l’ora di arte! Maestra Virginia vi aspetta” e di seguito i passi dei bambini avvicinarsi. Metto la sveglia del cellulare dopo 50 min. che mi indicherà la fine della attività  e mi sistemo di fronte al tappeto che li ospiterà  e 3,2,1 BLUP.. faccio risciogliere gli orologi, orizzontalizzare le clessidre, chronos non divora più i suoi figli, il tempo è loro.

I bambini hanno diritto a non essere mangiati dal tempo degli adulti che è un tempo fatto di compromessi e convenzioni.

Il tempo dei bambini non ha a che fare con il tic tac dell’orologio ma si genera nella tensione emotiva che nasce dall’azione svolta. Il tempo dei bambini prende la forma, la lunghezza e lo spessore di quella emozione.

Ho capito che non è giusto dare un tempo prefissato all’esperienza: una chiacchierata può durare un ora e l’attività 5 minuti o l’inverso. Tento, come esercizio, di non avere l’ansia di concludere mettendogli fetta, la prossima volta riprendiamo da dove siamo arrivati.

DRIIIN…

La sveglia suona, il tempo ritorna tiranno, iniziamo a riordinare. Dopo 8 minuti la maestra grida: “Braaiann è arrivata la Mamma!!”