Blognotes 08
Blognotes 16

RISCHIO è il tema del numero più recente di Blognotes 16

Articolo presente in

Il tempo è musica

di Marina Stroili e Romano Todesco. Foto di Stefano Raspa

Immaginate che questo numero della rivista  Blognotes dedicato al TEMPO, sia accompagnato dalle note  della fisarmonica del musicista  Romano Todesco,  che dà il ritmo  con le sue composizioni,  le sue riflessioni ed indicazioni di ascolto musicale, agli articoli ed alle fotografie di questo numero.

Musicista,  polistrumentista e compositore, dai 6 anni in poi non ha mai abbandonato la fisarmonica, diplomandosi in seguito in contrabbasso al conservatorio Tartini di Trieste.

Ci accompagna “in un percorso di ascolto musicale  del tempo” come una guida esperta,  attraverso alcuni dei diversi  generi musicali che ha esplorato nella sua attività di musicista: classica, rock, jazz, free jazz, musica contemporanea, etnica. Assieme  ad alcuni pensieri in libertà sul tema del tempo. 

E, con altrettanta libertà, condivide alcune riflessioni sul ruolo fondamentale del tempo nella musica, per immaginare dopo l’ascolto dei brani segnalati,  che  “ il tempo è musica”.

“Perché la musica riesce ad andare  oltre la matematica, per la quale il risultato della divisione per tre di un intero, risulta un numero periodico.  L’intero musicale,   può essere suddiviso in qualsiasi frazione di tempo. La musica perciò può riempire lo spazio-tempo in maniera  libera e  quasi naturale.

In particolare, i compositori russi hanno aperto nuovi orizzonti musicali con ritmi e sonorità originali, una novità che ha  rivoluzionato la fine dell’800. Forme musicali in cui si  può disattendere ogni schema imposto.”

E in quest’ottica  Romano propone  l’ascolto  del brano Petruska di Igor Stravinsky (https://youtu.be/esD90diWZds).

La nostra vita quotidiana è ritmo, chiarisce: quando ci muoviamo, quando parliamo, quando ci mettiamo una mano sul cuore per sentire il battito, o sul polso per misurare le pulsazioni, quando ascoltiamo il rumore della pioggia che cade, di una cascata, ma  ugualmente di una fontanella.

Il senso del ritmo è innato, a partire dalla cadenza del nostro passo sul marciapiede, di una marcia militare, fino alla danza, che spiritualmente rappresenta la massima espressione di integrazione fra ritmo e corporeità.

Qui il brano adatto da ascoltare  potrebbe essere La danza di Zorba https://youtu.be/7_kele6tedo  oppure provare a muoversi con la musica africana: Wamba di Salif Keita https://youtu.be/qyIEA-otAOU

Ho fatto diversi percorsi formativi coi bambini, racconta, giocando ad una specie di telefono senza fili. Stimolandoli, per  imitazione, ad emettere  vari suoni esistenti, come la sirena dei pompieri o delle fabbriche. Per abituarli alle diverse  altezze dei suoni  in generale. Accoppiandoli, uno più capace con uno meno abile.

Ebbene,- prosegue- seguendo le immagini, i bambini erano capaci di anticipare il tempo.

“E questo anticipare rappresenta  quello che può  succedere in musica, cioè che  il tempo reale non esiste più,  possono esserci insieme    non solo il presente, ma anche  l’anticipo del futuro  e pure   il ricordo dell’ascolto passato.  Tutti possono coesistere  in un unico momento. Si tratta di un tempo legato ad altri tempi, che si influenzano uno con l’altro.

Quando l’uomo vive questo “non tempo”, si sente bene,  può concedersi di viaggiare  col pensiero,  sia nel presente, che nel passato, che nel futuro.

Un esempio virtuoso? Quello del musicista  Jordi Savall, che  mette insieme artisti  da tutto il mondo  facendoli suonare assieme. Altro che pace, questi musicisti sanno andare ben oltre il concetto di pace, perché la musica non ha ne confini ne tempo.”

Potremmo ascoltare allora un concerto con 8 musici di altrettante etnie diverse seguendo l’indicazione  https://youtu.be/RRXEO-v-CJ8

Alcune annotazioni di Romano sulle forme del tempo nella musica di Paesi e tradizioni diverse,  fanno da traccia all’ascolto di questo numero di Blognotes.

“Per gli Arabi la frase musicale è quasi sempre costruita su ritmi ossessivi.

Nella Musica indiana, si tramandano forme ritmiche complesse attraverso semplici sillabe (fonemi), anche questo può essere un modo  per annullare il tempo. 

Basta ascoltare Shakti  https://youtu.be/VnW2g6qbbrA

Il friulano, un riferimento di casa nostra, è una lingua   che possiede  un’ottima musicalità,  è importante   che una lingua  trovi un domicilio sincero nelle onde sonore prodotte  dai vari strumenti intorno.

Fare swing in lingua inglese o con il napoletano  funziona sempre…  due esempi:

Ella Fritzgerald https://youtu.be/Nbpu_f9QQ4c

Pino Daniele https://youtu.be/Khx6YYxDrHk

Gli inglesi hanno delle forme eleganti nella musica, pensiamo al festival gaelico a Cardiff.

Uno dei tanti concerti interessanti https://youtu.be/w8GKEZcyS4E

Da noi si usa  prima scrivere la musica e poi si mettono  le parole? Ma anche no. A mio parere comunque dovrebbe essere una sola persona  che elabora la canzone. 

La musica dovrebbe dare delle immagini e soprattutto dovrebbe saper raccontare. Un esempio di immagini e racconto: Il vecchio Castello M. Mussorgsky  https://youtu.be/EUEvLWHWr-I

Infine, per chiudere,  un breve cenno al tema atmosferico, che agisce sull’accordatura dello strumento, così come influenza il nostro umore. Anche quello politico.”