Immaginate che questo numero della rivista Blognotes dedicato al TEMPO, sia accompagnato dalle note della fisarmonica del musicista Romano Todesco, che dà il ritmo con le sue composizioni, le sue riflessioni ed indicazioni di ascolto musicale, agli articoli ed alle fotografie di questo numero.
Musicista, polistrumentista e compositore, dai 6 anni in poi non ha mai abbandonato la fisarmonica, diplomandosi in seguito in contrabbasso al conservatorio Tartini di Trieste.
Ci accompagna “in un percorso di ascolto musicale del tempo” come una guida esperta, attraverso alcuni dei diversi generi musicali che ha esplorato nella sua attività di musicista: classica, rock, jazz, free jazz, musica contemporanea, etnica. Assieme ad alcuni pensieri in libertà sul tema del tempo.
E, con altrettanta libertà, condivide alcune riflessioni sul ruolo fondamentale del tempo nella musica, per immaginare dopo l’ascolto dei brani segnalati, che “ il tempo è musica”.
“Perché la musica riesce ad andare oltre la matematica, per la quale il risultato della divisione per tre di un intero, risulta un numero periodico. L’intero musicale, può essere suddiviso in qualsiasi frazione di tempo. La musica perciò può riempire lo spazio-tempo in maniera libera e quasi naturale.
In particolare, i compositori russi hanno aperto nuovi orizzonti musicali con ritmi e sonorità originali, una novità che ha rivoluzionato la fine dell’800. Forme musicali in cui si può disattendere ogni schema imposto.”
E in quest’ottica Romano propone l’ascolto del brano Petruska di Igor Stravinsky (https://youtu.be/esD90diWZds).
La nostra vita quotidiana è ritmo, chiarisce: quando ci muoviamo, quando parliamo, quando ci mettiamo una mano sul cuore per sentire il battito, o sul polso per misurare le pulsazioni, quando ascoltiamo il rumore della pioggia che cade, di una cascata, ma ugualmente di una fontanella.
Il senso del ritmo è innato, a partire dalla cadenza del nostro passo sul marciapiede, di una marcia militare, fino alla danza, che spiritualmente rappresenta la massima espressione di integrazione fra ritmo e corporeità.
Qui il brano adatto da ascoltare potrebbe essere La danza di Zorba https://youtu.be/7_kele6tedo oppure provare a muoversi con la musica africana: Wamba di Salif Keita https://youtu.be/qyIEA-otAOU
Ho fatto diversi percorsi formativi coi bambini, racconta, giocando ad una specie di telefono senza fili. Stimolandoli, per imitazione, ad emettere vari suoni esistenti, come la sirena dei pompieri o delle fabbriche. Per abituarli alle diverse altezze dei suoni in generale. Accoppiandoli, uno più capace con uno meno abile.
Ebbene,- prosegue- seguendo le immagini, i bambini erano capaci di anticipare il tempo.
“E questo anticipare rappresenta quello che può succedere in musica, cioè che il tempo reale non esiste più, possono esserci insieme non solo il presente, ma anche l’anticipo del futuro e pure il ricordo dell’ascolto passato. Tutti possono coesistere in un unico momento. Si tratta di un tempo legato ad altri tempi, che si influenzano uno con l’altro.
Quando l’uomo vive questo “non tempo”, si sente bene, può concedersi di viaggiare col pensiero, sia nel presente, che nel passato, che nel futuro.
Un esempio virtuoso? Quello del musicista Jordi Savall, che mette insieme artisti da tutto il mondo facendoli suonare assieme. Altro che pace, questi musicisti sanno andare ben oltre il concetto di pace, perché la musica non ha ne confini ne tempo.”
Potremmo ascoltare allora un concerto con 8 musici di altrettante etnie diverse seguendo l’indicazione https://youtu.be/RRXEO-v-CJ8
Alcune annotazioni di Romano sulle forme del tempo nella musica di Paesi e tradizioni diverse, fanno da traccia all’ascolto di questo numero di Blognotes.
“Per gli Arabi la frase musicale è quasi sempre costruita su ritmi ossessivi.
Nella Musica indiana, si tramandano forme ritmiche complesse attraverso semplici sillabe (fonemi), anche questo può essere un modo per annullare il tempo.
Basta ascoltare Shakti https://youtu.be/VnW2g6qbbrA
Il friulano, un riferimento di casa nostra, è una lingua che possiede un’ottima musicalità, è importante che una lingua trovi un domicilio sincero nelle onde sonore prodotte dai vari strumenti intorno.
Fare swing in lingua inglese o con il napoletano funziona sempre… due esempi:
Ella Fritzgerald https://youtu.be/Nbpu_f9QQ4c
Pino Daniele https://youtu.be/Khx6YYxDrHk
Gli inglesi hanno delle forme eleganti nella musica, pensiamo al festival gaelico a Cardiff.
Uno dei tanti concerti interessanti https://youtu.be/w8GKEZcyS4E
Da noi si usa prima scrivere la musica e poi si mettono le parole? Ma anche no. A mio parere comunque dovrebbe essere una sola persona che elabora la canzone.
La musica dovrebbe dare delle immagini e soprattutto dovrebbe saper raccontare. Un esempio di immagini e racconto: Il vecchio Castello M. Mussorgsky https://youtu.be/EUEvLWHWr-I
Infine, per chiudere, un breve cenno al tema atmosferico, che agisce sull’accordatura dello strumento, così come influenza il nostro umore. Anche quello politico.”