Incominciò 3 anni fa un momento buio della mia vita in cui tutto era senza forma. Le giornate, monotone e fredde, trascinavano il cibo, una volta accogliente, ora diventato incolore.
Andavo avanti a stenti, la mattina a scuola, sofferente, il pomeriggio attenta ad evitare i pasti.
Avevo bisogno di qualcosa che spezzasse quel circolo vizioso, una motivazione per alzarmi e andare avanti, per reinnamorarmi della vita. Le ossa si facevano sempre più evidenti, la fame più grande, ne avevo abbastanza, dovevo cambiare qualcosa.
La risposta nacque spontaneamente, come se il cuore mi parlasse dopo essere stato succube dei miei problemi: l’equitazione, una disciplina piena di emozioni e traguardi, che mi aveva appassionata fin da piccola.
Qualche giorno dopo ero già in sella, in un posto che non avevo mai visto prima, ma che da lì a poco sarebbe diventata la mia oasi.
Un anno dopo essermi completamente immersa nello sport, e aver nuovamente imparato le varie tecniche, arrivò chi mi ha salvata. lo e Krill: lui un’anima libera, che vive all’aria aperta e non cesserebbe un secondo di correre, io una ragazza calma che farebbe di tutto per lui. Ultimamente stiamo attraversando un periodo complicato, stiamo imparando a capirci e a sostenerci. La bellezza di me e lui, un insieme di spontaneità e paura, di comprensione e di rabbia. La fiducia fatica a sbocciare e ritarda la nascita della nostra complicità. I suoi grandi occhi castani mi guardano ricchi di amore, corrispondono ai miei, ma esprimono dubbi. E se tra noi qualcosa non funzionasse, se sorgesse un ostacolo che ci travolgesse e io precipitassi nuovamente? La bellezza sta in sentimenti contrastanti, in un amore fondato sul volersi bene e sull’idea di esserci sempre uno per l’altro: una forte tensione che ci spinge ad essere continuamente spronati a raggiungere i nostri obiettivi, a crescere insieme.
