Blognotes n 18
Blognotes 18
ISSN 3035-4196

Blognotes (online)

BELLEZZA è il tema del numero 18 di Blognotes

Articolo presente in

Parlare di bellezza

di Francesca Bomben, psicologa psicoterapeuta, SC Psicologia dell’Infanzia e della Famiglia – AsFO, Pordenone

Il concetto di bellezza racchiude in sé un numero infinito di definizioni implicite, tutte degne di approvazione e tutte corrispondenti ad un legittimo grado di realtà e verità. Esse non nascono dentro l’oggetto della nostra osservazione, ma stanno dentro l’osservazione stessa: “la bellezza delle cose esiste nella mente di chi le contempla” (David Hume). Un abbraccio, la reciprocità con qualcuno che vibra con me, o il riconoscimento delle mie capacità e delle mie risorse: una diversa dall’altra, queste tracce di bellezza si accomunano tra loro per il bene che sanno costruire, proprio a partire da noi stessi.

Parlare di bellezza, al giorno d’oggi e in molti dei nostri luoghi, sembra quasi anacronistico. Sembra una concessione lussuosa, destinata soltanto alla speculazione filosofica. Infatti, il rumore del dolore, del buio, della delusione e della tristezza è più forte, arriva per primo, si impone. Ci impegna a risolverlo con tutte le nostre forze, velocemente, istantaneamente, angosciosamente. E ci trova spesso sguarniti di strategie opportune per fare ciò, incapaci di scelte autopromuoventi. Ci spinge allora a scappare tentando soluzioni ancor peggiori: isolamento, alte restrizioni, rimuginazione… Ma lì impariamo che “la bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori” (Alda Merini). Nella quotidianità essa si coglie rovesciando le prospettive consuete.

Cristina Gattel, 25 Aprile, acquarello, china, pencil, 16×23,7 cm.

La bellezza abita dove compiamo un passo in più, oltre la mera uscita dal tunnel, intercettando sentimenti e stati mentali faticosi, ascoltando il ritmo del battito del cuore. Non è solo porsi l’obiettivo di stare meglio, ma trovare la motivazione alla vita ad ogni costo. I ragazzi sanno che non ci si accontenta, e che occorre lottare. Sanno che vincere il non-senso non è soltanto accettare qualcosa che non ci piace: è piuttosto arrabattarsi per costruire qualcosa che piace. Qualcosa che corrisponda alla bellezza, un’essenza che sa “mescolare in giuste proporzioni il finito e l’infinito” (cfr. Platone) di noi, quello che sappiamo di essere e ciò che siamo in grado di diventare